Osvaldo Pugliese
Nome
Pugliese, Osvaldo Pedro
Direttore d’orchestra, pianista, compositore
Nascita
Buenos Aires – Argentina
2 dicembre 1905 – 25 luglio 1995
1905 – Gli inizi
Pugliese nacque il 2 dicembre 1904 a Buenos Aires, nel barrio di Villa Crespo, in una famiglia dove la musica era importante. Figlio di un calzolaio, Adolfo, che interveniva come appassionato flautista nei quartetti del barrio che suonavano tango, e con i suoi due fratelli maggiori che suonavano il violino.
Suo padre lo spinse a studiare il violino ma Osvaldo si appassionanò ben presto al pianoforte, frequentando il conservatorio e, a 15 anni, iniziò a suonare “professionalmente” esibendosi al “Café de La Chancha” suonando in diversi gruppi, tra cui l’orchestra di Pedro Maffia e come base musicale nel cinema muto. Nel 1922, scrisse il famoso Recuerdo, suonato per la prima volta da Juan Bava al “Café Mitre”, e poi registrato da Julio De Caro su disco a 78 giri. Di rilievo anche la sua presenza nell’orchestra di Francisca Bernardo “Paquita” , prima donna bandoneonista a dirigere una formazione di tango, venuta a mancare nel 1925 a solo 25 anni.
Negli anni successivi si unì al quartetto di Enrique Pollet, l’orchestra di Roberto Firpo, e nel 1927 fu pianista nell’orchestra di Pedro Maffia, per poi formare un sodalizio con il violinista Elvino Vardaro (purtroppo di questo sestetto non sono rimaste registrazioni).
Pugliese si associò quindi a un altro violinista, Alfredo Gobbi, e al giovanissimo bandeonista Aníbal Troilo, ma il gruppo durò pochi mesi. Poco dopo iniziò a suonare in trasmissioni radiofoniche, quindi nel 1934 fu chiamato come pianista nell’orchestra del bandoneonista Pedro Laurenz. Nel 1936 suonò insieme a Miguel Caló, sviluppando la sua idea di estetica del tango e nel 1936 iniziò a collaborare con la stazione radiofonica “El Mundo”, quindi lavorò con il contrabbassista Aniceto Rossi e fino al 1968 col bandoneonista Osvaldo Ruggiero.
Osvaldo Pugliese
Pedro Maffia – Pedro Laurenz
da “El Rodeo 1943-1945
Amurado
Pedro Maffia – Pedro Laurenz
da “El Rodeo 1943-1945
1939 – L’Orchestra di Osvaldo Pugliese
Cinque giorni dopo essere uscito di prigione, l’11 agosto 1939, Pugliese si esibisce con la sua “Orchestra Tipica” che, seguendo i suoi ideali comunisti, è gestita come una cooperativa, distribuendo i proventi del lavoro in comune. L’orchestra comprende Enrique Alessio, Osvaldo Ruggiero e Luis Bonnat a bandoneon; Enrique Camerano, Julio Carrasco e ‘El Chino’ Tursky ai violini; Aniceto Rossi al contrabbasso; la cantante Amadeo Mandarino e ovviamente Osvaldo Pugliese al pianoforte.
1942 – Pugliese alla “Radio El Mundo”
Dopo molti spettacoli e un crescente successo, arriva a “Radio El Mundo” il 31 dicembre 1942, fino al famoso spettacolo “Ronda de Ases” nel 1943. Suona anche al teatro “Casino”. A quel tempo l’orchestra comprendeva i seguenti musicisti: Enrique Alessio, Osvaldo Ruggiero ed Esteban Gilardi a bandoneon; Enrique Camerano, Jaime Tursky, Oscar Luis Herrero e Julio Carrasco ai violini; Aniceto Rossi al contrabbasso e il cantante Roberto Chanel. C’erano anche altri cantanti come Alberto Lago (nessuna registrazione) e Jorge Rubino (che ha registrato Milonga de mi tierra).
1943 – Arrivano i primi dischi
Finalmente i primi dischi con l’etichetta Odeón, gestito da Mauricio Goddard. Pugliese registra lo strumentale El Rodeo e Farol con la bellissima interpretazione di Roberto Chanel. Di notevole importanza anche Tierra Querida, Corrientes y Esmeralda, Adios Bardi (1944)
1985 – Il trionfo
Il “Teatro Colon” di Buenos Aires, tempio della musica classica e dell’opera lirica, il 26 dicembre 1985 vedrà l’apoteosi del tango con la straordinaria performance di Osvaldo Pugliese e della sua orchestra, riconoscendo nel “troesma” ossia “il maestro”, scritto alla rovescia secondo l’uso lunfardo (dialetto porteño), uno dei suoi massimi esponenti.
Osvaldo Pugliese
Teatro Colon di Buenos Aires
26 dicembre 1985
Mala Junta
Teatro Colon di Buenos Aires
26 dicembre 1985
Pugliese e i suoi cantanti
Grande importanza per l’orchestra di Osvaldo Pugliese ebbe la presenza di Roberto Chanel, cantante forte, dalla voce nasale e dallo stile “compadrito”, che eseguì 31 incisioni. Nella ricerca di una voce alternativa e contrastante, Pugliese incorporò in seguito Alberto Morán, drammatico e sensuale con il suo stile romantico e la sua attitudine per il lungo fraseggio e la mezza voce che si può ascoltare in Una Vez, Maleza (1945), El Abrojito (1946). A carico di Morán si contano 48 opere registrate. Appena 8 ne registrò a sua volta, tra il 1949 ed il 1950, Jorge Vidal, un’altra delle voci importanti nella storia di questa orchestra. Tra i cantanti che seguirono spiccarono, seppur con repertori di qualità irregolare, Jorge Maciel, Miguel Montero, Carlos Guido, Alfredo Belusi, Abel Cordoba e altri. Negli anni ’40, Pugliese registrò alcuni temi strumentali propri con i quali si collocò all’avanguardia. E’ il caso di La Yumba (che si trasformò nell’inno della sua orchestra), Negracha e Malandraca. Altri importanti tanghi scritti dal maestro furono il menzionato Recuerdo, e La Beba, Adiós Bardi, Recién, Barro, Una Veze, Cardo y malvón e El Encopao.
Lo Stile
Pugliese si caratterizza per il suo stile “decareo” (riferito a Julio De Caro), in particolare la sovrapposizione di più strati melodici e l’uso del rubato che si traduce in intensa espressione malinconica e romantica. I suoi arrangiamenti sono i più completi e ricchi a tutti i livelli. Probabilmente questo aspetto non sarebbe stato possibile ad alti livelli senza una gestione dell’orchestra in accordo con le sue convinzioni politiche. Ogni musicista svolge il suo ruolo all’interno dell’orchestra, ma ha anche la possibilità di esprimersi individualmente. Ne risulta che possiamo trovare diversi assoli o parti che si concentrano su ogni strumento, contrariamente a di Di Sarli che dà la priorità a tutta l’orchestra. Nonostante sia sentimentale e romantico, pugliese non dimentica il ritmo e usa qualsiasi tipo di sincope e off-beat, oltre ad alcuni effetti a percussione specifici del tango: “la chicharra” (strumento cordofono a pizzico), “el tambor” (strumento a parcussione).
Gli accenti di pugliese, mescolati con l’aiuto dell’arrastre, sono unici. Ci sono lunghe pause, riavvii sorprendenti e accenti di rara potenza: una forza impressionante che ci strappa e ci prende. Le basi ritmiche di Pugliese si adattano perfettamente a una camminata calma e intensa, mentre nelle interpretazioni più complesse si devono interpretare gli improvvisamente cambi di velocità o di intenzioni. Fornisce una vasta gamma di emozioni estreme, da un morbido violino che piange glissando a giochi ritmici canyengue e, attraverso l’ansia del bandoneon, che si include con dissonanza.